Ocrelizumab versus Interferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante
Le cellule B influenzano la patogenesi della sclerosi multipla. Ocrelizumab ( Ocrevus )è un anticorpo monoclonale umanizzato che causa deplezione selettiva delle cellule B CD20+.
In due studi identici di fase 3, sono stati randomizzati 821 e 835 pazienti con sclerosi multipla a ricevere Ocrelizumab per via endovenosa alla dose di 600 mg ogni 24 settimane o Interferone beta-1a ( Rebif ) sottocutaneo alla dose di 44 mg 3 volte alla settimana per 96 settimane.
L'endpoint primario era il tasso annualizzato di recidiva.
Il tasso annualizzato di recidiva è stato inferiore con Ocrelizumab che con Interferone beta-1a nello studio 1 ( 0.16 vs 0.29; tasso del 46% inferiore con Ocrelizumab; P minore di 0.001 ) e nello studio 2 ( 0.16 vs 0.29; tasso del 47% inferiore; P minore di 0.001 ).
Nelle analisi prespecificate di dati aggregati, la percentuale di pazienti con progressione della disabilità confermata a 12 settimane è risultata significativamente inferiore con Ocrelizumab che con Interferone beta-1a ( 9.1% vs 13.6%; hazard ratio, HR=0.60; P minore di 0.001 ), così come la percentuale di pazienti con progressione della disabilità confermata a 24 settimane ( 6.9% vs 10.5%; HR=0.60; P=0.003 ).
Il numero medio di lesioni captanti il Gadolinio per la risonanza magnetica pesata in T1 è stato di 0.02 con Ocrelizumab rispetto a 0.29 con Interferone beta-1a nello studio 1 ( 94% in meno di lesioni con Ocrelizumab, P minore di 0.001 ) e 0.02 rispetto a 0.42 nello studio 2 ( 95% in meno di lesioni, P minore di 0.001 ).
La variazione nel punteggio alla scala MSFC ( Multiple Sclerosis Functional Composite ) ( una misura composita di velocità a piedi, movimenti degli arti superiori e cognizione; per questo punteggio z i valori negativi indicano un peggioramento e i valori positivi indicano un miglioramento ) ha favorito significativamente Ocrelizumab rispetto all’Interferone beta-1a nello studio 2 ( 0.28 vs 0.17, P=0.004 ), ma non nello studio 1 ( 0.21 vs 0.17, P=0.33 ).
Reazioni correlate all'infusione si sono verificate nel 34.3% dei pazienti trattati con Ocrelizumab. Grave infezione si è verificata nell’1.3% dei pazienti trattati con Ocrelizumab e nel 2.9% di quelli trattati con Interferone beta-1a.
Neoplasie si sono verificate nello 0.5% dei pazienti trattati con Ocrelizumab e nello 0.2% di quelli trattati con Interferone beta-1a.
In conclusione, tra i pazienti con sclerosi multipla recidivante, Ocrelizumab è risultato associato a una minore incidenza di attività e progressione della malattia rispetto a Interferone beta-1a per un periodo di 96 settimane.
Sono necessari studi più ampi e più lunghi sulla sicurezza di Ocrelizumab. ( Xagena2017 )
Hauser SL et al, N Engl J Med 2017; 376: 221-234
Neuro2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Sicurezza ed efficacia dell'Interferone beta-1a nebulizzato SNG001 per inalazione per il trattamento dell'infezione da SARS-CoV-2
La sindrome respiratoria acuta grave da infezione da coronavirus 2 ( SARS-CoV-2 ) comporta un rischio sostanziale di malattia grave...
Efficacia dell'Interferone beta-1a più Remdesivir rispetto al solo Remdesivir negli adulti ospedalizzati con COVID-19
La compromissione funzionale dell'Interferone, un componente antivirale naturale del sistema immunitario, è associata alla patogenesi e alla gravità della COVID-19....
Sicurezza ed efficacia di Ozanimod rispetto all'Interferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante: studio SUNBEAM
Ozanimod, un modulatore del recettore della sfingosina 1-fosfato ( S1P ), si lega selettivamente ai sottotipi recettoriali 1 e 5...
Cladribina versus Fingolimod, Natalizumab e Interferone beta per la sclerosi multipla
Una analisi abbinata per punteggio di propensione da MSBase ha confrontato l'efficacia della Cladribina ( Mavenclad ) con Interferone beta...
Profilo di sicurezza a livello epatico: Teriflunomide versus Interferone-beta nella sclerosi multipla
E' stato confrontato il profilo di sicurezza a livello epatico di Interferone beta ( IFN-beta ) e di Teriflunomide (...
Efficacia del trattamento con Alemtuzumab rispetto a Natalizumab, Fingolimod e Interferone beta nella sclerosi multipla recidivante-remittente
Alemtuzumab ( Lemtrada ), un anticorpo anti-CD52, ha dimostrato di essere più efficace dell'Interferone beta-1a nel trattamento della sclerosi multipla...
Sclerosi multipla: formazione di anticorpi anti-Interferone-beta e anti-Natalizumab
L’immunogenicità dei prodotti biofarmaceutici nella sclerosi multipla è un effetto collaterale frequente che ha un'eziologia multifattoriale. Ricercatori hanno valutato le...
Daclizumab HYP vs interferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante
Daclizumab HYP ( Daclizumab high-yeld process; Zinbryta ) è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega a CD25 ( subunità...
Efficacia del Peginterferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante-remittente dopo 48 settimane di trattamento
Lo studio di fase III ADVANCE ha valutato la sicurezza e l’efficacia del Peginterferone beta-1a ( Plegridy ), somministrato per...